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Dall'unificazione nazionale alla più difficile prova - la Grande Guerra - che il giovane stato italiano si trova ad affrontare: è questo lo spazio entro il quale si muovono i diciassette saggi che formano il volume. Antichi amori e oggetti di studio dell'autore, Carducci e Pascoli occupano di sé una parte rilevante dell'opera, che del primo privilegia la stagione 'lidiana' col suo intreccio di passione e d'incontenibile gelosia; del secondo l'ambigua mitologia del nido familiare; d'entrambi la commossa rivisitazione d'un Risorgimento oramai uscito di scena. Il Risorgimento non ritorna nei due saggi che s'aggirano nei territori del fantastico, fra Tarchetti, Graf e il giovane Papini; s'incontra invece in un terzo scritto, quello che s'intrattiene su Una nobile follia, romanzo tarchettiano dove l'antimilitarismo s'associa al rifiuto degli entusiasmi patriottici. È poi la letteratura della Grande Guerra, un evento letto da molti come l'ultima fase dell'epos risorgimentale, che al suo interno sceglie di focalizzare meno il momento della lotta e del sangue che la vita quotidiana nelle trincee e nelle retrovie, e su tale sfondo la psicologia del combattente.